il pignoramento presso terzi

 La procedura esecutiva di pignoramento presso terzi di crediti o beni mobili del debitore, la dichiarazione del terzo in udienza o a mezzo di raccomandata, la fase incidentale di accertamento del debito del terzo, l'assegnazione o la vendita del credito, l'intervento di altri creditori, il pignoramento presso più terzi, la riduzione del ppt e la dichiarazione della sua inefficacia

 

ARTICOLO  543

Forma del pignoramento.

[I]. Il pignoramento di crediti del debitore verso terzi o di cose del debitore che sono in possesso di terzi [5133-4], si esegue mediante atto notificato personalmente al terzo e al debitore a norma degli articoli 137 e seguenti.

[II]. L'atto deve contenere, oltre all'ingiunzione al debitore di cui all'articolo 492:

1) l'indicazione del credito per il quale si procede, del titolo esecutivo [474] e del precetto [480];

2) l'indicazione, almeno generica, delle cose o delle somme dovute e l'intimazione al terzo di non disporne senza ordine di giudice [546; 2914, 2917 c.c.];

3) la dichiarazione di residenza [432 c.c.] o l'elezione di domicilio [471 c.c.] nel comune in cui ha sede il tribunale competente (1);

4) la citazione del terzo e del debitore a comparire davanti al giudice del luogo di residenza del terzo, affinché questi faccia la dichiarazione di cui all'articolo 547 e il debitore sia presente alla dichiarazione e agli atti ulteriori, con invito al terzo a comparire quando il pignoramento riguarda i crediti di cui all'articolo 545, commi terzo e quarto, e negli altri casi a comunicare la dichiarazione di cui all'articolo 547 al creditore procedente entro dieci giorni a mezzo raccomandata (2).

[III]. Nell'indicare l'udienza di comparizione si deve rispettare il termine previsto nell'articolo 501.

[IV]. L'ufficiale giudiziario, che ha proceduto alla notificazione dell'atto, è tenuto a depositare immediatamente l'originale nella cancelleria del tribunale per la formazione del fascicolo previsto nell'articolo 488. In tale fascicolo debbono essere inseriti il titolo esecutivo [474] e il precetto [480] che il creditore pignorante deve depositare in cancelleria al momento della costituzione prevista nell'articolo 314 (3).

(1) Numero così modificato dall'art. 96lett. a)d.lgs. 19 febbraio 1998, n. 51, con effetto, ai sensi dell'art. 247 comma 1 dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1 l. 16 giugno 1998, n. 188, dal 2 giugno 1999.

(2) L'art. 11 l. 24 febbraio 2006, n. 52, ha così sostituito il numero 4. Il testo del numero come modificato dall'art. 96 lett. b) d.lgs. n. 51, cit., era il seguente: « 4) la citazione del terzo e del debitore a comparire davanti al giudice dell'esecuzione del luogo di residenza del terzo, affinché questi faccia la dichiarazione di cui all'articolo 547 e il debitore sia presente alla dichiarazione e agli atti ulteriori ».

(3) Comma così modificato dall'art. 96 lett. c) d.lgs. n. 51, cit., con effetto, ai sensi dell'art. 247, comma 1, dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1 l. 16 giugno 1998, n. 188, cit., dal 2 giugno 1999.

 

ARTICOLO  544

Pegno o ipoteca a garanzia del credito pignorato.

[I]. Se il credito pignorato è garantito da pegno [2784 ss. c.c.], s'intima a chi detiene la cosa data in pegno di non eseguirne la riconsegna senza ordine di giudice [182 att.].

[II]. Se il credito pignorato è garantito da ipoteca [2808 ss. c.c.], l'atto di pignoramento deve essere annotato nei libri fondiari [28431 c.c.].

 

ARTICOLO  545

Crediti impignorabili.

[I]. Non possono essere pignorati i crediti alimentari [433 ss. c.c.], tranne che per cause di alimenti e sempre con l'autorizzazione del presidente del tribunale o di un giudice da lui delegato e per la parte dal medesimo determinata mediante decreto (1).

[II]. Non possono essere pignorati crediti aventi per oggetto sussidi di grazia o di sostentamento a persone comprese nell'elenco dei poveri, oppure sussidi dovuti per maternità, malattie e funerali da casse di assicurazione, da enti di assistenza o da istituti di beneficenza.

[III]. Le somme dovute dai privati a titolo di stipendio, di salario o di altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego comprese quelle dovute a causa di licenziamento, possono essere pignorate per crediti alimentari nella misura autorizzata dal presidente del tribunale o da un giudice da lui delegato (2) (3).

[IV]. Tali somme possono essere pignorate nella misura di un quinto per i tributi dovuti allo Stato, alle province e ai comuni, ed in eguale misura per ogni altro credito (2).

[V]. Il pignoramento per il simultaneo concorso delle cause indicate precedentemente non può estendersi oltre la metà dell'ammontare delle somme predette (2).

[VI]. Restano in ogni caso ferme le altre limitazioni contenute in speciali disposizioni di legge [1881, 19231 c.c.].

(1) Comma così sostituito dall'art. 971a d.lgs. 19 febbraio 1998, n. 51, con effetto, ai sensi dell'art. 247 comma 1 dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1 l. 16 giugno 1998, n. 188, dal 2 giugno 1999.

(2) Commi così sostituiti dall'art. unico del d.lgs.C.p.S. 10 dicembre 1947, n. 1548.

(3) Comma così modificato dall'art. 97 1b d.lgs. n. 51, cit., con effetto, ai sensi dell'art. 247, comma 1, dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1 l. 16 giugno 1998, n. 188, cit., dal 2 giugno 1999.

ARTICOLO  546

Obblighi del terzo.

[I]. Dal giorno in cui gli è notificato l'atto previsto nell'articolo 543, il terzo è soggetto, relativamente alle cose e alle somme da lui dovute e nei limiti dell'importo del credito precettato aumentato della metà (1), agli obblighi che la legge impone al custode [65, 520 ss.; 2917 c.c.].

[II]. Nel caso di pignoramento eseguito presso più terzi, il debitore può chiedere la riduzione proporzionale dei singoli pignoramenti a norma dell'articolo 496 ovvero la dichiarazione di inefficacia di taluno di essi; il giudice dell'esecuzione, convocate le parti, provvede con ordinanza non oltre venti giorni dall'istanza (2).

(1) Le parole « e nei limiti dell'importo del credito precettato aumentato della metà » sono state inserite, in sede di conversione, dall'art. 23 lett. e) n. 18.1 d.l. 14 marzo 2005, n. 35, conv. con modif., in l. 14 maggio 2005, n. 80, con effetto dalla data indicata sub art. 476. Per la disciplina transitoria v. art. 2 3-sexies d.l. n. 35, cit., sub art. 476.

(2) Comma aggiunto, in sede di conversione, dall'art. 2 3 lett. e) n. 18.2 d.l. n. 35, cit., con effetto dalla data indicata sub art. 476. Per la disciplina transitoria v. art. 2 3-sexies d.l. n. 35, cit., sub art. 476.

ARTICOLO  547

Dichiarazione del terzo.

[I]. Con dichiarazione all'udienza o, nei casi previsti, a mezzo raccomandata inviata al creditore procedente, il terzo, personalmente o a mezzo di procuratore speciale o del difensore munito di procura speciale, deve specificare di quali cose o di quali somme è debitore o si trova in possesso e quando ne deve eseguire il pagamento o la consegna [553] (1).

[II]. Deve altresì specificare i sequestri [670, 678 1] precedentemente eseguiti presso di lui e le cessioni [1264 1 c.c.] che gli sono state notificate o che ha accettato [550; 29141 n. 2 c.c.].

[III]. Il creditore pignorante deve chiamare nel processo il sequestrante [269] nel termine perentorio [1522, 153] fissato dal giudice [630].

(1) L'art. 12 l. 24 febbraio 2006, n. 52 ha così sostituito il primo comma.

Si riporta il testo del primo comma anteriore alla riforma

[I]. Con dichiarazione all'udienza il terzo, personalmente o a mezzo di mandatario speciale, deve specificare di quali cose o di quali somme è debitore o si trova in possesso, e quando ne deve eseguire il pagamento o la consegna.

ARTICOLO  548

Mancata o contestata dichiarazione del terzo (1).

[I]. Se il terzo non compare all'udienza stabilita o, comparendo, rifiuta di fare la dichiarazione [547], o se intorno a questa sorgono contestazioni, il giudice, su istanza di parte, provvede all'istruzione della causa a norma del libro secondo [175 ss., 311] (2).

[II]. Se il terzo non fa la dichiarazione neppure nel corso del giudizio di primo grado, può essere applicata nei suoi confronti la disposizione dell'articolo 232 primo comma.

(1) Articolo così sostituito dall'art. 9 d.P.R. 17 ottobre 1950, n. 857.

(2) Comma così sostituito dall'art. 98 d.lgs. 19 febbraio 1998, n. 51, con effetto, ai sensi dell'art. 247 comma 1 dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1 l. 16 giugno 1998, n. 188, dal 2 giugno 1999.

ARTICOLO  549

Accertamento dell'obbligo del terzo.

[I]. Con la sentenza che definisce il giudizio di cui all'articolo precedente, il giudice, se accerta l'esistenza del diritto del debitore nei confronti del terzo, fissa alle parti un termine perentorio [1522, 153] per la prosecuzione del processo esecutivo [627].

 

ARTICOLO  550

Pluralità di pignoramenti.

[I]. Il terzo deve indicare i pignoramenti [543] che sono stati eseguiti presso di lui.

[II]. Se altri pignoramenti sono eseguiti dopo che il terzo abbia fatto la sua dichiarazione, egli può limitarsi a richiamare la dichiarazione precedente e i pignoramenti ai quali si riferiva.

[III]. Si applicano le disposizioni dell'articolo 524 secondo e terzo comma [493 3].

 

ARTICOLO  551

Intervento.

[I]. L'intervento di altri creditori [499] è regolato a norma degli articoli 525 e seguenti.

[II]. Agli effetti di cui all'articolo 526 l'intervento non deve avere luogo oltre la prima udienza di comparizione delle parti [543 3, 547].

ARTICOLO  552

Assegnazione e vendita di cose dovute dal terzo.

[I]. Se il terzo si dichiara o è dichiarato possessore [547-549] di cose appartenenti al debitore, il giudice dell'esecuzione (1), sentite le parti [485], provvede per l'assegnazione o la vendita delle cose mobili a norma degli articoli 529 e seguenti, o per l'assegnazione dei crediti a norma dell'articolo seguente.

(1) V. sub art. 515.

ARTICOLO  553

Assegnazione e vendita di crediti.

[I]. Se il terzo si dichiara o è dichiarato debitore [547-549] di somme esigibili immediatamente o in termine non maggiore di novanta giorni, il giudice dell'esecuzione (1) le assegna in pagamento, salvo esazione, ai creditori concorrenti [2928 c.c.].

[II]. Se le somme dovute dal terzo sono esigibili in termine maggiore, o si tratta di censi o di rendite perpetue o temporanee [18611 c.c.], e i creditori non ne chiedono d'accordo l'assegnazione, si applicano le regole richiamate nell'articolo precedente per la vendita di cose mobili.

[III]. Il valore delle rendite perpetue e dei censi, quando sono assegnati ai creditori, deve essere ragguagliato in ragione di 0,052 euro di capitale per 0,00258 euro di rendita.

(1) V. sub art. 515.

 

ARTICOLO  554

Pegno o ipoteca a garanzia del credito assegnato.

[I]. Se il credito assegnato o venduto è garantito da pegno [544 1; 2784 c.c.], il giudice dell'esecuzione (1) dispone che la cosa data in pegno sia affidata all'assegnatario o aggiudicatario del credito oppure ad un terzo che designa, sentite le parti [485].

[II]. Se il credito assegnato o venduto è garantito da ipoteca [544 2; 2808 ss. c.c.], il provvedimento di assegnazione o l'atto di vendita va annotato nei libri fondiari [2843 c.c.].

(1) V. sub art. 515.

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