incentivi all'avvocato se favorisce la mediazione

Mediaconciliazione obbligatoria: sale la parcella dell'avvocato se la conciliazione non riesce, scende se l'azione è inammissibile, improcedibile o manifestamente infondata
 
il punto con l'avvocato
 
 
del Foro di Torino

 

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Nuovi criteri per il compenso dei professionisti elaborato dal Ministero della Giustizia. Gli avvocati, si vedranno liquidati sul compenso che gli spetta un incentivo del 25% , ma attenzione: il procedimento deve concludersi con la  conciliazione. Al contrario, in caso di inammissibilità o di improcedibilità della domanda o, ancora, di dichiarazione di manifesta infondatezza nel merito, la parcella sarà ridotta del 50%.

Assistiamo, quindi, ad un collegamento tra la parcella e il risultato del giudizio, responsabilizzando e ( perché no?), incentivando anche gli avvocati ad evitare l’inizio di cause manifestamente infondate e premiando il ricorso alla conciliazione. Il DM contiene 42 articoli sulla liquidazione giudiziale delle prestazioni ai professionisti.
In pratica, gli avvocati, si vedranno remunerati per cinque fasi nei giudizi civili, amministrativi e tributari:
 
a)    Studio della controversia;
 
b)    Introduzione al procedimento;
 
c)    Fase istruttoria;
 
d)    Fase decisoria;
 
e)    Fase esecutiva.
 
A mio avviso, quest’ultima novità in materia di mediazione, potrebbe essere vista come un ulteriore tentativo di sensibilizzare alla cultura della negoziazione e conseguentemente favorire la conciliazione. Non vorrei, tuttavia,  si cadesse nell’equivoco di delegittimare la vera funzione dell’Istituto della Mediazione che è quello di evitare(nei casi possibili) il ricorso alla via giudiziale (percorso lungo e dispendioso) e favorirla, invece, proprio a seguito di  incentivi.
 
Ricordiamoci che la mediazione civile nel nostro Paese sconta ancora un deficit culturale, in quanto come è noto in circa il 65% dei procedimenti di mediazione, avviati in ipotesi per lo piu’ di mediazione obbligatoria, come confermato anche dagli ultimi dati forniti dal Ministero di Giustizia aggiornati al primo trimetre 2012, la parte convocata ritiene di non aderire preferendo il rischio di vedersi irrogare dal Giudice, al termine del giudizio di primo grado, le sanzioni previste dal dlgs 28/10.  Di chi è la colpa di questo rifiuto? Perché, (lo dicono i dati) la parte sceglie in due casi su tre, di affrontare gli ingenti costi del processo con il rischio di subire anche sanzioni pesanti dal Giudice, piuttosto che cercare di percorrere preventivamente un percorso alternativi al giudizio?
 
Ogni operatore che si trova a dover intervenire in questo procedimento, credo, debba porsi un interrogativo: “ sto facendo la cosa giusta per il bene delle parti? “
 
La mediazione non viene ancora utilizzata, a mio avviso, non solo per le resistenze di alcune componenti della classe forense ma anche perché il cliente non è sufficientemente informato dei benefici di questa opportunità.
La mediazione oltre ad essere uno strumento utile, fornisce importanti incentivi fiscali non sempre peraltro sufficientemente pubblicizzati, che in tante fattispecie possono addirittura azzerare se non diminuire per buona parte i costi delle indennità da versare agli organismi di Mediazione.
 
Le percentuali ci dicono che, quando le parti tutte si sono sedute al tavolo di mediazione  e, per mia esperienza conforto questi dati, in circa il 50% dei casi, viene raggiunto un accordo con una soluzione conciliativa.
 
In conclusione, gli incentivi di cui sopra, spero possano indurre ad apprezzare il notevole sforzo che lo stesso Ministero di Giustizia è intento ad attuare, e soprattutto all’impegno costante di chi opera in tale settore, proiettato principalmente alla rieducazione e sensibilizzazione della cultura alla negoziazione.
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